I blog di classe
Leggendo molti blog attivati dai docenti per le classi, mi sorge spontanea una domanda:
Gli alunni hanno veramente compreso l’importanza di questo mezzo comunicativo oppure è solo un modo per scrivere qualcosa, a volte, per fortuna non molto spesso, anche abbastanza “stupido” – mi si perdoni la parola- e non di risposta all’articolo scritto?
Rispondo per prima a questa domanda: penso che il livello di educazione in rete sia molto basso e, forse, noi docenti dovremmo stabilire delle regole ben precise, far leggere delle netiquette di rete o crearne delle proprie. Sta nascendo una nuova forma di educazione alla quale dobbiamo abituare gli studenti … e visto che nella scuola ce ne hanno “delegate” tante (da quella alla salute a quella stradale) probabilmente ci dovremo far carico anche di questo.
Attendo qualche testimonianza e commento.
Con simpatia mtb
Sinceramente credo che tu Maria sia una delle persone più adatte a trovare delle chiavi di risposta. Io per esempio ho due bloggers novenni (i gemellini) e con loro abbiamo scoperto di non poter navigare nemmeno su google. Suggerisco netiquette e protezione alta! Ps: ho appena pubblicato la prima bozza di appello dei bloggers per l’Africa, sono graditissimi, commenti, consigli, correzioni e suggerimenti. Saluti cordialissimi Loredana Morandi
Ciao MT scusami ho tremila finestre aperte 🙂 (poi con calma ti vedo l’altra cosa che hai chiesto) invece ora al volo ti posso dire riguardo il BlockedReferrer, è semplice:
la referrer list -per l’appunto- si basa sulle pagine di provenienza dei visitatori, nel caso invece in cui nelle impostazioni avanzate di alcuni Browser sia disattivata la voce “consenti referrer…”, al posto dell’URL di provenienza, il browser rilascia la scritta “blockedReferrer” (che in questo caso non iniziando per “http://” va ad ‘appiccicarsi’ al tuo URL di base del blog. A dopo!
D’accordo su quanto scritto dai colleghi che mi hanno preceduto. Soprattutto condivido i problemi legati alla conoscenza dei blog e del loro utilizzo e al “costo”. Penso che parlare di blog, per molti, sia solo utilizzare un sottoprodotto di Internet, senza rendersi conto delle potenzialità dello strumento, non ultima la possibilità di aggiornamenti rapidi. Ma è soprattutto il costo e l’utilizzo ridotto di Internet che crea problemi. Io ho bambini che non hanno il PC oppure che non hanno la connessione. Resta il problema di renderli partecipi del progetto. E’ un punto su cui sto riflettendo da tempo e che mi piacerebbe fosse affrontato al seminario a Gubbio. La mia posizione attuale, certamente in divenire e da verificare, è che è necessario utilizzare due strategie: 1) i ragazzi devono essere i veri protegonosti del blog; quindi occorrono blog multiutenti e molto snelli da utilizzare (spero che scuola ER mi dia una mano in merito).
2) i laboratori devono essere accessibili in qaulsisi momento per lasciare a coloro che un PC ancora non ce l’hanno di utilizzarlo a scuola per leggere qaunto inserito e per scrivere commenti o articoli, anche solo con un copia-incolla da word.
L’ideale sarebbe un PC connesso alla rete per ciascuna classe.
Io parlo per una terza elementare, che mi sembra avviata e interessata all’uso di questo strumento.
Per quanto riguarda la cultura della rete, è un intervento che deve coinvolgere anche le famiglie, che devono rendersi conto dei limiti di questa, ma anche dell’utilità che può avere anche per i ragazzi.
Nella nostra scuola media siamo ancora molto lontani dall’uso del blog come forma di comunicazione “interattiva”…La maggior parte dei miei colleghi non aveva mai sentito parlare di blog e anche quelli maggiormente ” informatizzati” sono piuttosto legati al tradizionale “sito”…che poi viene gestito da una sola persona, che ha poco tempo per farlo e che quindi rimane sempre poco aggiornato, se non per nulla… In questo momento stiamo insegnando ai ragazzi a pubblicare i loro lavori ” in modo guidato” cioè sempre sotto il controllo dell’insegnante, ma si vorrebbe arrivare ad ottenere che i ragazzi diventino in grado di scrivere autonomamente sul blog…ma la strada è ancora lunga…parlando con i ragazzi sento che ben pochi si connettono a casa, e la maggioranza lo può vedere solo a scuola…c’è poi il problema del costo della connessione…qualche genitore ( e anche collega ) potrebbe obiettare che costringiamo i ragazzi a svolgere una attività che “costa” …se io fossi un’insegnante di lettere o di matematica, con parecchie ore nella stessa classe, forse potrei riuscire a coinvolgere di più le famiglie e i ragazzi, ma l’insegnante di musica non ha una grossa voce in capitolo…comunque…un inizio c’è stato…vedremo come va a finire…