Segnalo l’articolo-intervista a Paola Mastrocola, professoressa e scrittrice vincitrice del premio Campiello, che esprime tutti i suoi dubbi sul futuro della scuola.
Da leggere, meditare e commentare.
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Segnalo l’articolo-intervista a Paola Mastrocola, professoressa e scrittrice vincitrice del premio Campiello, che esprime tutti i suoi dubbi sul futuro della scuola.
Da leggere, meditare e commentare.
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Ti sei spiegata benissimo! A pensarci bene hai ragione: i giovani spesso sono poco grintosi. E’ come se non si sentissero responsabili dell’andamento generale delle cose, come se per loro fosse già tanto far bene il loro dovere. Io stessa sono un po’ così e non ho ancora sviluppato un grande spirito di gruppo. Ma forse è anche timidezza e soggezione verso i “veterani”. Grazie comunque per avermici fatto riflettere.
Credo che chiunque ami la scuola, più o meno giovane che sia, soffra della crisi che si avverte intorno e cerchi di porvi un po’ di rimedio anche se non è semplice…
A volte però è vero che si avverte in una certa fascia di docenti giovani un “leggero” disimpegno, non scolastico, ma non so come dire…nel voler cambiare le cose con un po’ di grinta.
Spero di essermi spiegata bene.
Un caro saluto
mt
Che dire di quest’articolo? Sono perfettamente d’accordo su tutto, quindi l’unico appunto che posso fare forse è che non è vero che i docenti più giovani sono ormai immuni dalla sofferenza per la crisi della scuola. Sono d’accordo sull’eccesso di perdite di tempo, sul prevalere dei progetti rispetto alla realizzazione pratica, sull’orrore del nuovo linguaggio economico (debiti, crediti, ecc.). Sono molto favorevole invece su alcuni recenti cambiamenti che riguardano le mie materie, specialmente l’italiano: l’analisi del testo ed il saggio breve sono per me preferibili al tema, lo studio dei tipi di testo, dei tipi di linguaggio, delle tecniche narrative, magari anche a scapito di qualche autore, ha per me il vantaggio di formare, almeno in teoria, lettori maturi e critici in grado di affrontare qualsiasi lettura in futuro. Meglio, almeno per me, offrire strumenti di lettura e di analisi testuale, piuttosto che leggere per intero I Promessi Sposi o iniziare “dal primo giorno a leggere Virgilio”, ignorando che in tanti non lo capiscono. Purché si riesca a lavorare in modo sereno, senza correre e senza essere disorientati da molte, troppe iniziative, a volte inutili, che fanno perdere di vista la centralità della materia insegnata.
Credo che comprerò il pamphlet di Paola Mastrocola e ci rifletterò ancora. Grazie.