Mi piacciono queste pagine e sono certa che anche voi, amici di BD, le apprezziate. Sono delle pagine controcorrenti, che inducono a rallentare , a vivere le esperienze didattiche non come delle corse forsennate , ma come delle passeggiate dove si ricomincia a osservare, a rallentare, a chiacchierare…a guardarsi negli occhi ..
http://www.scuolacreativa.it/pedagogia_lumaca.html
mara
stampate le pagine di rosanna rota , indicate nel link.Le degusterò con calma e cerchero di applicare gli insegmamenti sia nella mia vita sia nella mia professione, Grazie
mara
Sono d’accordissimo sulla necessità di lavorare con lentezza… il problema è forse ancora più scottante nella scuola superiore, dove il mito del “programma” stenta a morire.
Le mie opinioni in proposito le trovate qui:
http://www.forumfree.net/?act=Attach&type=post&id=46708053
… mi sa che ne ho proprio bisogno!
Domani consegna dei diplomi e stop esami!
Ci risentiamo presto… un abbraccio a tutti
mt
Se volete, potete ascoltare radioblog di Luisascuola: Giochi di un tempo.
Sono state realizzate dalle mie classi anche recite in tema, dal testo lì citato, recuperando dimensioni e valori. Vi è un’ UdA del laboratorio di Teatro e Dialetto nei Materiali per i docenti sul sito di classe http://www.comprensivo2.altervista.org
Maria Luisa.
Salve Marco
sono andata a sfogliare le pagine da te indicate…. che stia nascendo una nuova rivoluzione?
mara
già… parlavo di qualcosa di simile nell’ottobre 2004 ricordate?
http://marcop.clarence.com/permalink/169434.html
Qualcosa sull’argomento lo trovate anche da Livraghi
http://www.gandalf.it/uman/26.htm
Ma soprattutto questo pensiero di mara riporta la mia mente alle letture di questo ultimo periodo sulla decrescita e sull’economia del dono.
C’è molto da meditare…
😉
condivido. Questo tempo, che è così veloce e non dà modo di lasciare sedimentare nessun pensiero o esperienza. Il che equivale (anche se mi rendo conto di usare parole forse troppo forti) a privarsi dell’anima.
Ci sono obiettivi da raggiungere e si salta l’esperienza della strada che si percorre.
Nel sito di parla di orti anche e della loro valenza educativa: perché ripigliare il proprio tempo significa, almeno per come la penso ora, ritrovare gli echi e le sonorità dei cicli stagionali e del nostro legame con la terra.
Quel tempo perso, lo sto recuperando con le mie “robe” di tessitura e “giocando” con il mio gruppo di rievocazione storica. Ma questa è modalità individuale: servirebbe una rivoluzione. A scuola e ovunque.
Cara Leila
mi fa piacere che anche tu avverta il bisogno di “rallentare” , di gustare i momenti dlla vita con molta pù calma. Personalmente negli ultimi anni sono stata travolta da molte novità dal punto di vita scolastico ( tecnologie, nuovi strumenti , nuove sperimentazioni… nuove curiosità) che hanno tolto alla mia professione il gusto di apprezzare il tempo nei suoi vari passaggi. Ecco ora è venuto il momento di riappropriarsi di tutto quello che abbiamo perso…
Baci
mara
Grazie mara per questa segnalazione.
Anch’io da tempo sto riflettendo sulla necessità di “perdere tempo” a scuola. Per ritrovare il gusto e forse il vero senso delle cose che si fanno. Riprenderci il tempo della riflessione, del far vagare i pensieri, per dare spazio alla creatività, alle intuizioni che arrivano solo se riusciamo a stare veramente in contatto con noi stessi.Ma credo che solo con la penna e pennino si possa fare questo, si può fare “pedagogia della lumaca” anche con il computer.
Un abbraccio. Leila