Napoli, Sabato 14, ore 19.00-22,00 – “Galassia Gutenberg”.
Blog: come cambia la scrittura nella rete
Conferenza con interventi di Giovanni De Mauro, La Pizia, Giulio Mozzi, Personalità Confusa, Tiziano Scarpa, Luca Sofri – Coordinamento di Marino Sinibaldi
Io ci sono stato (frammenti di un resoconto a caldo):
(senza virgolette, perché si tratta di trascrizioni non verbatim rese a memoria e poco affidabili)
– Il blog è una forma di erogazione dell’io, un personal media che permette un’ampia ricchezza di linguaggi e di registri (Marino Sinibaldi, intelligente e facondo, ma un po’ sulla difensiva, come uno che stesse parlando dei punk ad un concerto dei Sex Pistols).
– Il blog non è altro che un sito personale di nuova generazione, non esiste una lingua specifica del blog; la novità risiede nel linguaggio tecnologico che permette interattività, multimedialità e facilità di aggiornamento. Ma è auspicabile che dietro ogni bloggers ci sia una persona dotata di alto senso di responsabilità e rispetto civico (Luca Sofri, che mi aspettavo meno accigliato. Peraltro, ho condiviso alcune cose che ha detto, ma non ho apprezzato il tono gridato e supponente e qualche ricerca di facile applauso. Non vorrei che la vicinanza con certi ingombranti fogli, fosse stata per lui una cattiva maestra).
– Il blog è un palcoscenico, una piattaforma facile da aggiornare quotidianamente (Lorenzo, Personalità Confusa dalla faccia simpatica di timido riflessivo).
– Il blog è un modo di ricercare la propria identità, mascherandola ed offrendola quotidianamente agli altrui sguardi; ma può diventare anche un modo per moltiplicare gli sguardi sull’informazione (LaPizia, che si autodefinisce, teneramente, una snob. Ma pare meno sprovveduta di quello che appare).
– Il blog offre a chi scrive uno strumento di veloce esecuzione ed un’ampia possibilità di scambio con i propri interlocutori (dialogicità). Dalla scrittura meditata si passa alla scrittura immediata, con l’impegno di raccontare almeno una cosa al giorno (quotidianità) (Giulio Mozzi, che mi pare svolgere spesso bene il suo impegno quotidiano di bloggers, e qualche volta egregiamente. Certo meglio di come parla in pubblico. Ma peggio di come scrive sui fogli stampati in forma di libro. Del che non me ne faccio meraviglia. Un buon libro è sempre un buon libro, ma la televisione…).
– Il blog può essere anche una fonte giornalistica. Esemplare il caso del blogger irakeno che ha raccontato la sua vita sotto i bombardamenti. Ma attenzione a rispettare un codice deontologico che contempera una trasparente indicazione delle fonti (Giovanni De Mauro che svolge bene la parte dell’editoria giornalistica).
– Un blog può anche essere un’opera collettiva, come una rivista letteraria online in cui scrittori e critici comunicano direttamente col proprio pubblico senza passare per il filtro, l’ausilio e la manipolazione di redattori, editori e distributori. Attraverso un blog si può comunicare senza un “guardiano della soglia” che, nel bene e bene male, stia lì a decidere cosa debba passare e cosa no. In questa prospettiva, assume una forte caratura la volontà autonoma e solitaria di pubblicare (Tiziano Scarpa, che lì rappresentava soprattutto la voce interessante e engagé di Nazione Indiana).
– Un blogger svolge la sua attività senza fini di lucro (ma magari con la sottesa speranza di una remunerazione). È qui la vera differenza con scrittori e giornalisti di professione. (Détto da un blogger del pubblico dal forte accento toscano, di cui purtroppo non ricordo né nome né coordinate Internet. Con qualche ragione, Scarpa liquida l’intervento come demagogico. Ma lo fa con spiacevole tono perentorio e come chi sa che l’accusa di demagogia attira il plauso generale dell’uditorio).
– Un blogger è soprattutto un vanitoso (Détto dal simpatico autore del blog mianonna in carriola, il quale, oltre che vanitoso, ama autodefinirsi cialtrone).
Poi c’è stato un party con tanto di tarallucci e vino.
Io ho bevuto solo mezzo bicchiere.
P.s. Chiedo preventive scuse per eventuali errori nella trascrizione di fatti, detti, nomi ed indirizzi blog.
La vergogna è contigua al rischio di sovraesporsi.
buonanotte,
gaetano
Leila bentornata! ti aspettiamo qui mt
aitan, perchè ti dovresti vergognare? con simpatia mt
Vi ho lasciati per una settimana per un mio corso ed esame,…e vi trovo coinvolti in una conversazione fitta, fitta, dai toni sicuramente amichevoli e quasi….complici.
E’ bello ritrovarvi e mi reputo fortunata per avervi conosciuto.
Domani scriverò un post, voglio prima riflettere su questa mia esperienza di “blogger didattico”.
A domani. Ciao Maria Teresa, ciao Renato, ciao a tutti!!!! Con affetto. Leila.
La cosa che non ho ancora detto, perché un po’ me ne vergogno, è che all’uscita dalla sala conferenze mi ha fermato un giornalista di Rai 3 chiedendomi se fossianch’io un blogger. Così ho colto l’occasione per illustrare brevemente il mio blog per la lingua spagnola e spiegare che, come me, c’erano molti volenterosi prof che sperimentavano questo nuovo linguaggio a fini didattici. La mia breve dichiarazione dovrebbe essere trasmessa in una puntata di “Neapolis”.
ciao ciao,
gaetano
Grazie Gaetano per chi come me non era a Napoli ieri! mt