Al termine della caccia al tesoro

Inserisco qui la relazione finale in merito alla caccia al tesoro sul blog di maestraleila. E’ molto lunga, mi affido a mtb per gli eventuali aggiustamenti.

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di

Carmelo Stornello

Riporto qui di seguito le opinioni dei miei ragazzi in merito alla caccia al tesoro. Hanno fatto questo lavoro liberamente, con la sola raccomandazione di essere sinceri. Io mi sono limitato a trascrivere le loro frasi senza aggiustarle, né tagliarne parti. Ed ho preferito trascriverle tutte per senso di equità. Quello che emerge dalle loro frasi è analogo a quanto ho potuto osservare io: un inizio faticoso dovuto sia alla difficoltà di decifrare i miei messaggi, che erano anche la loro unica traccia di lavoro, una parte finale più agevole. Sono stati avvantaggiati i bambini con maggiori capacità di concentrazione e con miglior tendenza al lavoro in collaborazione. C’è stata da parte di alcuni la tendenza a voler trovare tutto e subito, con conseguente disillusione. In un blog, in qualsiasi pagina web ci sono molte informazioni sistemate lì tutte insieme e “vedere molte cose tutte insieme, equivale a non vedere nulla”, perché la difficoltà di discriminare l’utile dall’inutile, alla fine risulta troppo grande per rendere efficace qualsiasi ricerca, ci stanchiamo presto di cercare, ci annoiamo facilmente, in pratica, pur avendo tutto a portata di mano, non riusciamo ad utilizzare nulla. Dovremmo pensare anche a questo quando impostiamo i siti scolastici o impostiamo i nostri template. Sono molto contento della capacità dei miei allievi nel dare valutazioni abbastanza obiettive riguardo all’aspetto grafico e dei contenuti del blog di Leila: solo in un caso emerge una sorta di difesa affettuosa del proprio sito: ma è bello anche questo. Per concludere, ritengo che esperienze di questo genere siano utili e da ripetere in futuro.

o Quando abbiamo iniziato la caccia al tesoro, mi sembrava molto facile, perché riuscivo a trovare tutto, però verso la fine mi sembrava difficile trovare le cose. (Giulia)

o Io della caccia al tesoro sul blog di maestra Leila penso che sia stata noiosissima, perché non capivo tanto bene le scritte e certe cose non le capivo. E poi è più bello il blog di Carmelo. (Andrea)

o Per me è stato molto interessante e divertente, perché siamo andati all’interno di un blog che non conoscevamo e in quel blog c’erano altri siti molto divertenti. (Marianna)

o Il blog mi è piaciuto molto perché era molto colorato e aveva tanti disegni. Sono riuscita a trovare il castello e Juliette mi ha aiutato un po’. (Rebecca)

o A me non è molto piaciuto questo lavoro, perché non riuscivo a trovare i blog. (Daniel)

o La caccia al tesoro mi è sembrata divertente e interessante, perché ho visitato un altro blog. (Juliette)

o La caccia la tesoro è stata bella, interessante e divertente, perché abbiamo fatto delle stupende ricerche. (Giorgia)

o Io penso che sia bello navigare nei siti come quello di maestra Leila. (Marco)

o Mi è piaciuto molto il lavoro sul blog della maestra Leila. L’ho trovato molto interessante. All’inizio non riuscivo a trovare certe cose e mi spazientivo, ma poi ho finito per prima. (Brenda)

o La caccia la tesoro è stata interessante e divertente, perché mi insegna a cercare cose interessanti sul computer e ad osservarle. (Federico)

o Interessante perché era molto difficile trovare quello che era scritto sul foglio. (Thomas)

o La caccia la tesoro era interessante, perché mi è piaciuto vedere il blog della maestra Leila. (Federica)

o E’ stato noiosissimo perché non riuscivo a trovare niente. Mi sono piaciuti solo il folletto e Geronima Stilton. (Giulio)

o All’inizio mi sembrava noioso e difficile, perché non riuscivo a trovare nulla. Poi verso la fine, mi è piaciuto di più, perché riuscivo a trovere le cose. (Matteo)

o Mi sono divertito, perché non riuscivo a trovare qualcosa e come dei pazzi cercavamo da cima a fondo. (Davide)

o Per me la caccia al tesoro è stata bella, però alla fine era faticosa, perché era difficile capire cosa cercare. Ad es. si doveva cercare un castello ed io pensavo di dover cercare un’immagine, mentre era una scritta. Io non la trovavo, poi me l’ha detto Brenda, sennò impazzivo.

o Per me è stato divertente, però alla fine è stato noioso. Divertente perché riuscivo a trovare le cose subito. Noioso perché non riuscivo a trovare niente.

o All’inizio mi sembrava difficile, perché non riuscivo a trovare niente. Poi mi è piaciuto perché sembrava misterioso e anche perché c’era Geronimo Stilton. (Alsyde)

o Era noioso, ma alla fine c’era Geronimo Stilton. (Alessandro)

Metti una sera a cena

Metti una sera a cena

di

Carmelo Stornello

Una sera a cena,a Gubbio, tanto per cambiare, si parlava del più e del molto. Ad un certo punto nella mia testa, un lampo! Guardo Leila e le dico “Organizzerò una caccia al tesoro sul tuo blog per i miei ragazzi”.

Sembra facile lavorare in Internet con i ragazzi delle elementari?!? Certamente hanno una grande capacità di apprendere, peccato che usino ancora il computer come un videogioco!! E le famiglie, tranne alcune eccezioni, non sanno guidarli in un utilizzo consapevole.

Allora ecco come fare: una caccia al tesoro, ad esempio, che stabilisca confini abbastanza definiti, ma che implica un lavoro di ricerca che, successivamente, dovrà essere condiviso. Ogni bambino arriva in laboratorio con un quaderno, su cui ha incollato il foglio con le domande, già predisposte, che riporto qui di seguito e con la penna. La consegna consiste nel cercare da http://terradimezzo.ilcannocchiale.it il blog della maestra Leila e in esso, utilizzando le domande/suggerimento, cercare alcune cose.

Le mie aspettative: desidero che i miei ragazzi imparino a scegliere in Internet le cose importanti; che si rendano conto che non è così facile individuarle; che mentre si cerca qualcosa si può trovare altro altrettanto interessante ecc.

Credo che il loro lavoro sia stato faticoso, anche perché ha chiesto loro di concentrarsi su alcune cose in particolare e non girovagare a caso (e su questo ci sarebbe da discutere molto).

Riporto solo alcuni flash:

“Carmi, sai che il blog di Leila è proprio bello?”

“Perché non cambiamo anche noi i colori?” (lunga discussione sul vantaggio di avere un fondo bianco e sulla possibilità di cambiare il template)

“Davvero possiamo venire in laboratorio in qualsiasi momento per vedere il blog e rispondere ai commenti?”

Queste sono solo alcuni commenti. Ora varrà la pena vedere cosa hanno scritto sui loro quaderni, farne una relazione, che metterò a disposizione di tutti (dimmi tu mtb) o invierò a Leila e agli interessati.

Il mio è un tentativo di insegnare Internet in modo creativo e ludico (tenete presente che solo il 50% dei miei alunni può usare Internet a casa) e l’uso delle TIC.

Mi piacerebbe confrontarmi su quest’argomento con tutti voi.

Caccia al tesoro all’interno di un blog

  1. A quale classe appartiene questo blog?
  2. In quale città si trova la scuola? (attenzione alle colonne di sinistra e di destra)
  3. La bandiera della Pace ha molti colori, ma con un click scoprirai molti altri significati
  4. Guarda Titti e dimmi se non si trova in gabbia oppure, in cosa è stato imprigionato?
  5. Ci sono due nomi in rosso. Chi sono e cosa fanno?
  6. Un castello si nasconde tra le righe meno profonde. Se trovarlo tu potrai un elfo certo saluterai.
  7. Nella Pasqua ormai passata c’è un piccolo uccellino che vola verso il suo nido. Qual è il suo colore? Cercalo anche nei commenti.
  8. Parlare, di chiacchiere se ne fan tante, ma attenzione, ci sono tante cose strane da Pinocchio ai minerali.
  9. Se parlare non ti piace, sulla nave puoi salire e l’inglese troverai.
  10. Lascia che il treno passi, poi va’ oltre i binari, ma guarda attentamente e un topo letterario incontrerai.

Alla fine del tuo lavoro, guarda, leggi e, se vorrai un commento potrai inviare.

A margine del convegno

foto di Gubbio by Carmelo

A margine del convegno

considerazioni socio-affettive

di

Carmelo Stornello

Era quasi ora di riprendere la strada per Torino, ma il cuore non aveva ancora preso una decisione definitiva. Anche il tempo sembrava voler diventare complice di un inespresso rinvio. Aveva piovuto tutta la mattina ed ora le nuvole sembravano aprirsi un po’, mentre la temperatura dell’aria si addolciva. Il pranzo e il pomeriggio a casa di Maria Teresa e di Sergio, ci aveva ancor di più riempito di calore e di affetto. E poi quella sua frase pronunciata più di una volta “ma volete proprio partire?”, sembrava volersi materializzare in un’ancora a cui legare una decisione inconsciamente desiderata.

Ora il camper corre sulla strada, ma né io né Maria Rosa abbiamo aperto bocca da parecchi chilometri. Ognuno di noi sta in compagnia dei propri pensieri, di ricordi da conservare gelosamente, da rivivere momento per momento, da riassaporare subito, per non dimenticare nulla del gusto provato e per ritrovarlo anche quando molti saranno i giorni trascorsi.

Dentro di me, un po’ di rimpianto per aver dovuto lasciare così presto tante persone cercate e in così breve tempo amate.

Eppure, c’era stata ansia all’inizio. Molti nomi richiamavano alla mia mente quell’autorevolezza che, in genere, accompagna “i mostri sacri” e con i quali avrei dovuto confrontarmi. Ogni nome aveva acquisito una fisionomia personale. Le parole lette nei fora di ForTIC, nei post e nei commenti dei blog, si erano materializzate, plasmando in modo autonomo fisionomie e personalità.

Ecco Leila, di media altezza, con capelli lunghi e biondi, che sa cosa vuole e lo dice senza timore; Maria Teresa dalla chioma ricciuta, con un viso sorridente, ma un tantino severo, accentuato da un paio di occhiali rotondi. Carla e Katia non hanno ancora una fisionomia ben definita, ma i loro nomi mi suggeriscono un po’ di soggezione. Infine La Pizia ha nella mia mente una figura esile, allampanata, alta e bruna, con modi di fare un po’ nervosi, che ogni tanto mi rivolge uno sguardo serio e severo.

Tutto questo non si è rivelato esatto.

Ho incontrato amici che mi hanno lasciato un bel ricordo e per ognuno di loro ho creato, senza fatica, uno spazio speciale nella mia mente e nel mio cuore. Mi hanno donato amicizia, hanno condiviso una parte di sé, prima ancora dei progetti per il futuro. Ho vissuto due giorni stupendi insieme a persone che, spero tanto di rivedere. Ricordo con piacere la grande disponibilità di Maria Teresa e di Sergio, la dolcezza di Leila, la capacità di coinvolgere di Carla e di Teresa, la sensibilità di Katia, la semplicità di Eloisa.

In questa sorta di “ritratto di famiglia” c’è anche il posto per Renato, che immaginavo alto, bruno, snello e che le parole del suo messaggio hanno trasformato in una persona intorno al metro e sessanta, con una media pinguedine, a cui si addice certamente un bel doppiopetto scuro.

Siamo arrivati a Torino.

Presto saremo a casa.

La stanchezza, la notte, il sonno mi impediranno di continuare a pensare a queste due bellissime ed intense giornate, ma domani il ricordo riporterà alla mente quegli stessi volti che non voglio dimenticare.

A presto amici cari.

Usare Power Point come strumento didattico

Usare Power Point come strumento didattico

(ovvero non è lo strumento che fa la differenza, ma l’uso che se ne fa)

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di

Carmelo Stornello

Condivido fino ad un certo punto l’opinione di M. Dulcetta in merito all’uso di Power Point Sono perfettamente d’accordo con l’uso della conoscenza come strumento di potere. Ho incontrato molti formatori che hanno usato le proprie competenze in tal senso, ma anche molti colleghi, poco disposti a comunicare ad altri le proprie conoscenze. Ho trovato in rare occasioni, colleghi/e che si proponevano come persone che imparavano insieme ai propri “allievi” e, da questi, ho appreso molto di più e soprattutto è stato più facile mantenere i contatti e continuare a pensare e ripensare il nostro lavoro, a scambiare opinioni, a cercare di crescere insieme.

Ma quali sono i Sw didattici? Perchè non si produce sw didattico se non per le superiori (vedi Cabrì, Derive)? Ce ne sono veramente pochi, che io almeno conosca, alcuni per bambini con difficoltà di apprendimento ( e costano!). La stragrande maggioranza non è fatta per la scuola e comunque non per le elementari (il mio territorio). Ecco che allora mi sta bene anche “riciclare” Word o Power Point e altro ancora, se può essere utile nel mio processo di insegnamento.

Il problema è farlo in modo intelligente, in modo che anche ciò che è nato per l’azienda, possa essere utilizzato quasi come un sw didattico o quasi. E qualcosa di furbo si può fare, a cominciare dal non dare importanza alle transizioni, alle animazioni, ma ai contenuti e soprattutto a ciò che si attiva nella mente dei ragazzi con cui lavoriamo. Io trovo molto deleterio portare una classe in laboratorio, magari per usare un sw didattico, senza porre attenzione ai processi metacognitivi dei ragazzi. E questo, purtroppo, accade!

Power Point mi può servire per un lavoro di gruppo in cui ogni gruppo ha il compito di riassumere una parte di un certo argomento e poi raccontarlo agli altri? Può rendere più presentabile un lavoro di ricerca? Io sto pensando ad una presentazione in P.P. della macchia mediterranea, che i miei allievi hanno visto a Loano: ma la devono realizzare loro (a parte le foto). E, in questo caso, il mio lavoro di progettazione è la parte più delicata e faticosa da pensare e realizzare. Certamente P.P. non è un sw didattico, ma può essere usato in tal senso.

Qualora ci fossero sw dedicati non esiterei a sceglierli, ma spesso sono molto complessi da utilizzare in una scuola primaria, e si rischierebbe di avere un prodotto finale che è soprattutto opera dell’insegnante: e questo che non mi sta bene. Come non mi piace l’uso di P.P. per costruire ipertesti. Ci sono, qui sì, programmi semplici e adatti allo scopo, che permettono una notevole autonomia di lavoro da parte dei ragazzi, eppure non vengono utilizzati. Perché? Questa domanda ci riporta probabilmente alla formazione, ma soprattutto a quanto ognuno di noi conosce di sw didattico.

La piattaforma de Il cannocchiale

La piattaforma de Il cannocchiale è semplice e abbastanza funzionale. Ha il vantaggio di poter inserire immagini dal proprio computer, senza particolari difficoltà. I templates sono modificabili anche in corso d’opera. Tra gli svantaggi segnalo l’impossibilità di poter gestire più di un blog e anche la gestione delle rubriche non funziona molto, poichè anche si si scrive su una rubrica secondaria, gli articoli compaiono comunque anche sulla principale il che è superfluo e poco significativo. Personalmente apprezzo di più splinder se non fosse per il problema delle immagini. Ma credo che il tutto possa essere addirittura superato dalla gestione dell’Emilia Romagna. Se splinder permettesse di inserire immagini dal proprio PC avrebbe quasi il monopolio dei blog!!

Carmelo

I miei primi giorni col blog

I miei primi giorni col blog

Ho iniziato a conoscere i blog durante lo scorso anno scolastico, quando una collega mi invitò a partecipare ad un lavoro di ricerca-azione sulle scienze. Era ed è tuttora un blog di spinder. Trovai particolare e interessante, anche se un poco “strano” questo modo di lavorare, forse perché avevo come riferimento il classico sito. La grossa delusione l’ho avuta con la creazione del sito della scuola, a cui accede solo l’amministratore di rete e che tuttora ha qualche difficoltà tecnica a funzionare perfettamente.

Intanto, durante il corso B, lanciavo la proposta di vedere come organizzare i forum (modulo 8 se non sbaglio) e il tutor mi rispose chiedendomi perché non provare i blog. La sua richiesta è caduta su un terreno ormai pronto. Ho cercato nel forum FORTIC alcune esperienze, ho chiesto alcuni consigli a Renato e, alla fine, ho deciso che era ora di buttarmi. D’altra parte avevo presentato a scuola un progetto che mira all’apprendimento con l’uso delle Tic e non avevo più voglia di aspettare le lungaggini del sito scolastico.

Ho aperto Terra di Mezzo il 28 gennaio e qualche considerazione posso farla.

Mi diverto da matti!!! Mi sento stimolato ad inventare. Vedo i genitori interessati e coinvolti da un’esperienza che può renderli più presenti nella scuola e partecipi (e questo non va letto come schieramento a favore della Moratti). I bambini trovano uno spazio in cui esprimersi. Mi rendo conto di poter migliorare il mio modo di bloggare, ma qui entrate in gioco anche tutti voi, perché credo che dalla condivisione di esperienze, possano scaturire nuove idee. Le indicazioni di Renato, l’invito di mtb ecc. mi aiutano a non sentirmi inadeguato in un terreno inesplorato. Qui noi possiamo essere una comunità, virtuale finchè si vuole, ma che dialoga, si confronta, trova strade nuove, anche se a percorrerle saranno solo alcuni. Se le TIC, e vengo all’intervento di mtb sul forum, devono essere di sostegno alla didattica, allora non si può pensare di escludere questo tipo di strumento. E se anche tu fossi stata più dura, quale sarebbe stato il grado di ascolto da parte delle “alte sfere”? Allora giochiamo come piace a noi e vedrai che altri seguiranno. Per rispondere all’anonimo di xoomer, dico che non mi interessa inserire il blog all’interno del sito di scuola. Terradimezzo è nato come uno strumento della mia classe, aperto a genitori ed insegnanti. Il mio prossimo obiettivo è quello di mettere le altre colleghe, che interagiscono con me sulla classe, in condizione di inserire in proprio i post in modo da sviluppare un lavoro comune in questo spazio. Credo sia facile capire che al confronto il sito di scuola possa essere troppo statico e poco flessibile. Come riferimento ti dico solo che non solo un giornalista e, ma mi occupo da tempo di giornale e tiassicura che vedo la differenza tra questo modo di esprimersi e la carta stampata. Un blog è simile ad un quotidiano, mente un sito può essere simile ad un bimestrale: non so se rendo l’idea! Un problema da non sottovalutare sono quelle famiglie che non hanno un computer o non ce l’hanno collegato ad Internet, che potrebbero sentirsi isolate o tagliate fuori.

Grazie a tutti voi

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