A margine del convegno
considerazioni socio-affettive
di
Carmelo Stornello
Era quasi ora di riprendere la strada per Torino, ma il cuore non aveva ancora preso una decisione definitiva. Anche il tempo sembrava voler diventare complice di un inespresso rinvio. Aveva piovuto tutta la mattina ed ora le nuvole sembravano aprirsi un po’, mentre la temperatura dell’aria si addolciva. Il pranzo e il pomeriggio a casa di Maria Teresa e di Sergio, ci aveva ancor di più riempito di calore e di affetto. E poi quella sua frase pronunciata più di una volta “ma volete proprio partire?”, sembrava volersi materializzare in un’ancora a cui legare una decisione inconsciamente desiderata.
Ora il camper corre sulla strada, ma né io né Maria Rosa abbiamo aperto bocca da parecchi chilometri. Ognuno di noi sta in compagnia dei propri pensieri, di ricordi da conservare gelosamente, da rivivere momento per momento, da riassaporare subito, per non dimenticare nulla del gusto provato e per ritrovarlo anche quando molti saranno i giorni trascorsi.
Dentro di me, un po’ di rimpianto per aver dovuto lasciare così presto tante persone cercate e in così breve tempo amate.
Eppure, c’era stata ansia all’inizio. Molti nomi richiamavano alla mia mente quell’autorevolezza che, in genere, accompagna “i mostri sacri” e con i quali avrei dovuto confrontarmi. Ogni nome aveva acquisito una fisionomia personale. Le parole lette nei fora di ForTIC, nei post e nei commenti dei blog, si erano materializzate, plasmando in modo autonomo fisionomie e personalità.
Ecco Leila, di media altezza, con capelli lunghi e biondi, che sa cosa vuole e lo dice senza timore; Maria Teresa dalla chioma ricciuta, con un viso sorridente, ma un tantino severo, accentuato da un paio di occhiali rotondi. Carla e Katia non hanno ancora una fisionomia ben definita, ma i loro nomi mi suggeriscono un po’ di soggezione. Infine La Pizia ha nella mia mente una figura esile, allampanata, alta e bruna, con modi di fare un po’ nervosi, che ogni tanto mi rivolge uno sguardo serio e severo.
Tutto questo non si è rivelato esatto.
Ho incontrato amici che mi hanno lasciato un bel ricordo e per ognuno di loro ho creato, senza fatica, uno spazio speciale nella mia mente e nel mio cuore. Mi hanno donato amicizia, hanno condiviso una parte di sé, prima ancora dei progetti per il futuro. Ho vissuto due giorni stupendi insieme a persone che, spero tanto di rivedere. Ricordo con piacere la grande disponibilità di Maria Teresa e di Sergio, la dolcezza di Leila, la capacità di coinvolgere di Carla e di Teresa, la sensibilità di Katia, la semplicità di Eloisa.
In questa sorta di “ritratto di famiglia” c’è anche il posto per Renato, che immaginavo alto, bruno, snello e che le parole del suo messaggio hanno trasformato in una persona intorno al metro e sessanta, con una media pinguedine, a cui si addice certamente un bel doppiopetto scuro.
Siamo arrivati a Torino.
Presto saremo a casa.
La stanchezza, la notte, il sonno mi impediranno di continuare a pensare a queste due bellissime ed intense giornate, ma domani il ricordo riporterà alla mente quegli stessi volti che non voglio dimenticare.
A presto amici cari.