Accolgo positivamente alcuni dei provvedimenti per la scuola inseriti dal ministro della Pubblica Istruzione nel pacchetto "liberalizzazioni", in particolare quelli relativi al rilancio di istituti tecnici e professionali. Forse un po’ in ritardo ma meglio che mai.
Molto meno quelli relativi all’applicazione delle agevolazioni dovute alle fondazioni in tema di donazioni.
E per alcuni semplici motivi:
- il tentativo di svincolare lo stato dal finanziamento della scuola pubblica
- l’inesistenza di tutti questi mecenati disinteressati
- il vincolo di spesa su queste eventuali donazioni
- la modifica degli organi di gestione della scuola
Non mi dilungo sui primi due punti, sono abbastanza evidenti; mi interessa invece soffermarmi sull’indirizzo di spesa di questi eventuali finanziamenti che, attenzione, non sono definiti aggiuntivi ma rischiano di essere sostitutivi di quelli statali.
Sembra infatti che i soldi delle donazioni possano essere spesi solo per… strutture e dotazioni scolastiche (laboratori?).
Idea interessante, se non fosse che poi nessuno pensa a finanziare chi quelle strutture deve farle funzionare, magari anche con attività extrascolastiche: i docenti!!
E’ come se la presidenza del consiglio dei ministri (per fare solo un esempio) decidesse di stanziare un finanziamento per aumentare il parco macchine senza pensare di finanziarsi anche gli… autisti che dovranno guidarle!
Miopia o malafede?
Oppure ancora il vecchio sistema che vuole vedere gli investimenti nella scuola unicamente come "finanziamento occulto" delle aziende che vendono prodotti e sistemi didattici?
Mah, lascio a voi il commento…
Ma certo che la voce successiva, cioè il prevedere di affiancare nella giunta esecutiva (si suppone) i componenti attuali, direttamente partecipi della vita scolastica (docenti, genitori, studenti, ata e dirigente), con rappresentanti degli enti donanti, della società civile ed imprenditoriale, a vario titolo presente sul territorio, (che mai si sarebbero interessate alla scuola!) e persino di fantomatici rappresentanti del "terzo settore" lascia decisamente perplessi.
Che interesse possono avere queste persone nel lavoro didattico se non una visione terribilmente privatistica della scuola?
Non ci siamo signori, non ci siamo proprio…
;-(